Il Progetto H.A.A.R.P. e lo spettro delle “guerre ecologiche”
Il Progetto H.A.A.R.P. e lo spettro delle “guerre ecologiche” – “Un improvviso sconvolgimento climatico porterà ad una catastrofe globale di monumentali proporzioni, … portando intere nazioni a scomparire sotto il mare ed i pochi sopravvissuti a combattere per le scarseggianti risorse di cibo, acqua ed energia.”
Da un rapporto “segreto” del Pentagono
“La tecnologia è come un paio di scarpe magiche ai piedi di una bambola meccanica dell’umanità. Dopo che la molla è stata caricata dagli interessi commerciali, la gente può solamente danzare, volteggiando vorticosamente al ritmo che le scarpe stesse hanno stabilito.”
Dal libro “Guerra senza limiti” di Qiao Liang e Wang Xiansui
Queste due frasi, estrapolate da due contesti completamente diversi, hanno un punto di contatto fondamentale per introdurre il tema di cui stiamo per trattare; nel testo scritto dai due colonnelli dell’Aeronautica Cinese, Qiao Liang e Wang Xiansui, i due militari cinesi esaminano l’impatto delle nuove tecnologie sul pensiero strategico, sul terrorismo e su tutto ciò che concerne la guerra in questo XXI secolo. Essi accennano due volte alla possibilità che un Paese possa scatenare artificialmente le forze della natura, usandole come “armi non tradizionali” per mettere in ginocchio il nemico. Per esempio sconvolgendo il clima e il regime delle piogge. Tutto ciò sembra fantascienza, ma Qiao e Wang hanno forse ragione nell’includere la “guerra ecologica” tra le 24 forme di conflitto da essi elencate; e tutto ciò diventa ancor più reale se prendiamo in considerazione la prima frase, la cui provenienza sembra essere addirittura il Pentagono.
Forse è solo qualcosa che molti si limiterebbero a bollare come “follia”, eppure parrebbe che qualcuno in possesso di tecnologie straordinarie si diletti a giocare con il datario e con i numeri; forse le date 26 Dicembre 2002 (ciclone Zoe in Polinesia), 26 Dicembre 2003 (terremoto a Bam, città dell’Iran meridionale, nella regione di Kerman), 26 Dicembre 2004 (onda tsunami nell’Oceano Indiano, a causa di un terremoto con epicentro al largo della costa nord-occidentale di Sumatra in Indonesia), 26 Dicembre 26 (terremoto del Hengchun, presso Taiwan), 26 Dicembre 2009 (terremoto nell’isola di Maluku in Indonesia), 26 Dicembre 2010 (terremoto nell’arcipelago di Vanuatu nel Pacifico sud-occidentale) sono solo una coincidenza incredibile.
Forse non è vero, al di là delle date, che lo tsunami del Dicembre 2004, come suggeriscono alcuni siti di cospirazionismo, è stato provocato da un esperimento tecnologico segreto, se non addirittura voluto come sostengono altri, ma questo non basta certo a scartare del tutto l’idea che con il controllo dell’atmosfera gli uomini non abbiano mai pensato di giocare; anzi.
Gli stessi sospetti dei “paranoici” riguardo al disastro dello tsunami dell’Oceano Indiano probabilmente non sarebbero mai potuti nascere se le premesse, almeno generiche, per una tale follia, non fossero esistite in primo luogo; questo perché, come sempre, la fantasia ha sempre bisogno di un appiglio reale, per potersi liberare.
Nel corso dei secoli, i mutamenti climatici hanno rappresentato uno dei più potenti catalizzatori dei pensieri dell’uomo, influenzandone le credenze e le azioni, gli umori e le decisioni, sempre in un modo apparentemente casuale, ma in realtà guidati dalla ferrea logica della natura.
Tuttavia dalla rivoluzione industriale ad oggi, abbiamo incominciato ad infliggere noi delle ferite terribili al nostro ambiente, e la Terra oggi non è certo più quella dei giorni antichi, dove tutto era in perfetto equilibrio bio-ambientale.
Ma mentre i più visibili sembrerebbero gli allarmi della comunità scientifica sul surriscaldamento globale, il rischio maggiore è forse quello, praticamente ignorato dai mass-media, di un mutamento climatico controllato a scopi militari.
Esiste infatti dal 1992 un progetto del Dipartimento della Difesa Statunitense, coordinato dalla Marina e dall’Aviazione, denominato progetto “H.A.A.R.P.”, acronimo di “High-Frequency Active Auroral Research Program”, ovvero, tradotto, “Progetto Attivo Aurorale di Ricerca ad Alta Frequenza”. E’ il cuore vero e proprio del più vasto, e ben più noto, programma di “Guerre Stellari”, avviato nei primi anni Ottanta sotto le amministrazioni Reagan-Bush, che ora sta accelerando la sua corsa, drogato da una spesa militare mai vista in precedenza e giustificata dal solito bipensiero orwelliano: “La guerra è pace”.
H.A.A.R.P. è un’installazione civile e militare statunitense situata in Alaska, nei pressi di Gakona, di cui occupa un’estesa area, a ovest del Parco Nazionale Wrangell-Santo Elias, in una base della United States Air Force.
Su questo territorio è installata una serie di 180 piloni d’alluminio alti 23 metri, su ognuno dei quali si trovano una coppia di antenne costituite da un trasmettitore capace di trasmettere onde elettromagnetiche sulle onde corte da 2,8 a 10 MHz con una potenza di 960 kW. La potenza irradiata efficace (ERP) è di 84 dBW (corrispondendo a 500 MW), questo vale però solo per la frequenza di 10 MHz. Due frequenze spesso usate sono 3,39 e 6,99 MHz.
Ciascuna antenna corrisponde a un dipolo a croce che può essere polarizzato in modo lineare o circolare per la trasmissione e la ricezione.
La struttura è stata costruita modificando una precedente installazione radar esistente nella zona.
Bernard Eastlund, noto fisico statunitense, è uno dei proprietari del brevetto (US Patent #4,686,605) che ha portato allo sviluppo dell’H.A.A.R.P..
Come spesso succede, la facciata dell’operazione ha nobili scopi: lo studio accademico della ionosfera e lo sviluppo di nuove tecniche radar, che permettano agevoli comunicazioni con i sottomarini e rendano possibili radiografie di terreni, in modo da rilevare armi od attrezzature a decine di chilometri di profondità; a conferma di ciò, è on-line il sito del progetto, che dipinge l’immagine di un’innocua stazione scientifica, con tanto di webcam.
La realtà, come sempre, va cercata oltre la superficie.
Negli anni Ottanta Bernard J. Eastlund, fisico texano del MIT di Boston, ispirandosi alle scoperte di Nikola Tesla, registrò negli Stati Uniti il brevetto n° 4.686.605 denominato “Metodo ed attrezzatura per modificare una regione dell’atmosfera, magnetosfera e ionosfera terrestre”, a cui ne fece seguire altri undici. In uno di questi, era descritta la proprietà riflessiva della ionosfera per utilizzi come “sistemi di raggi energetici”, “esplosioni nucleari graduali senza radiazioni”, “sistemi di rilevamento e distruzione di missili nucleari” e “sistemi radar spaziali”.
Alcune di queste invenzioni furono acquisite dalla ARCO, proprietaria di ampie riserve di gas naturale in Alaska, le quali potevano in questo modo essere riconvertite in energia elettrica redistribuibile tramite la ionosfera ai propri clienti in tutto il mondo: la visione di Tesla di distribuire energia senza fili e gratis nelle case di tutto il mondo stava in parte per realizzarsi, seppur concettualmente distorta da forti interessi economici. Inoltre, queste invenzioni rendevano possibile manipolare il clima, quindi creare pioggia quando necessario per favorire l’agricoltura o neutralizzare fenomeni distruttivi quali tornado ed uragani.
A questo punto entrò in scena il governo, e la storia si fece più complicata.
Tutti i brevetti di Eastlund vennero dapprima sigillati sotto un ordine di massima segretezza, per poi passare alla E-Systems, una delle maggiori fornitrici di tecnologie avanzate ai servizi segreti di molte potenze mondiali, assorbita poi dalla Raytheon, una delle quattro maggiori fornitrici della difesa U.S.A., produttrice dei missili Tomahawk, Stinger (questi spesso finiti nelle mani di paesi “canaglia” e gruppi terroristici”) e dei famigerati Bunker Buster. Le connessioni con il potere sono riassumibili nella figura di Richard Armitage, Vicesegretario di Stato e Viceministro degli Esteri nell’amministrazione Bush. Armitage, già consulente, membro del consiglio d’amministrazione, firmatario e convinto sostenitore del PNAC, risulta anche implicato in molte operazioni segrete della CIA dal Vietnam ad oggi.
Secondo le scoperte di Eastlund, dirigere la potenza di H.A.A.R.P. verso uno specifico punto della ionosfera la farebbe riscaldare al punto da innalzarla fisicamente, in modo da creare un rigonfiamento altamente riflettente, definito da lui “effetto lente”, in grado di convogliare i raggi sulla terra con effetti devastanti; la potenza di tali onde sarebbe tale da provocare modificazioni molecolari dell’atmosfera, causando, a seconda delle diverse frequenze, cambiamenti climatici, la possibile disgregazione di processi mentali umani, e forse anche, appunto, effetti sui movimenti tettonici di magnitudine imprecisata.
Gli avvenimenti geopolitici attuali potevano essere intuiti già anni fa, leggendo profetici libri come “La Grande Scacchiera” di Zbygniew Brzezinsky del 1997, o i testi programmatici del PNAC, “Project for a New American Century”, dello stesso anno.
lo stesso possiamo fare ora analizzando scritti e dichiarazioni di influenti pensatori ed alti vertici militari, rispetto ad un futuro relativamente vicino.
Lo stesso Brzezinsky, consigliere della Sicurezza ai tempi di Carter, già nel 1970 scriveva nel suo libro “Tra due età”: “La tecnologia renderà disponibile, ai leader delle principali nazioni, tecniche per condurre operazioni di guerra segrete, che richiederanno l’impiego di un esiguo numero di forze di sicurezza […] Tecniche di modificazione climatica potranno essere impiegate per produrre prolungati periodi di siccità o tempesta“. Risalgono infatti a quei tempi, seppur in forma rudimentale, i primi studi relativi alla guerra climatica, come il “Progetto Popeye” per estendere la stagione dei monsoni in Vietnam.
Il documento più interessante è lo studio redatto da sette ufficiali dell’esercito U.S.A. nell’Agosto del 1996, intitolato “Il clima come moltiplicatore di potenza: averne il controllo nel 2025″, nato da una direttiva del Comandante delle forze aeree statunitensi, tesa a stimolare un dibattito intellettuale tra i membri dell’esercito, in cui si afferma: “Nel 2025 le forze aerospaziali U.S.A. potranno avere il controllo del clima se avranno capitalizzato le nuove tecnologie sviluppandole nella chiave delle applicazioni di guerra. […] Dal miglioramento delle operazioni degli alleati e dall’annullamento di quelle del nemico tramite scenari climatici “su misura”, alla completa dominazione globale delle comunicazioni e dello spazio, la modificazione climatica offre al chi combatte una guerra un’ampia gamma di possibili modi per sconfiggere o sottomettere l’avversario”.
Questi propositi sono confermati da un successivo studio del 2003, intitolato “Padroneggiare l’ultimo campo di battaglia: i prossimi avanzamenti nell’uso militare dello spazio”, ad opera del Project Air Force della Rand Corporation, un think-thank legato alle lobbies del petrolio e delle armi che ha avuto come amministratore Donald Rumsfeld, e nel cui consiglio di amministrazione figura Lewis Libbey, socio fondatore del PNAC ed attuale direttore del personale di Dick Cheney.
Il concetto alla base di questo rapporto è la “Full Spectrum Dominance”, vale a dire una politica di eccezionali investimenti militari mirati alla conquista ed al mantenimento di una posizione di superiorità nello spazio, se non addirittura di un suo controllo assoluto.
Il che obbligherebbe chi volesse contrastare l’impero a farlo esclusivamente via terra e mare.
Al riguardo, sono particolarmente significative le parole del Comandante in Capo del comando spaziale U.S.A., Joseph W. Ashy: “Alcune persone non vogliono sentirne parlare, ma assolutamente siamo prossimi a combattere nello spazio. Combatteremo dallo spazio e nello spazio. Un giorno o l’altro colpiremo obiettivi terrestri, navi, aeroplani e obiettivi sulla terraferma, dallo spazio”.
Il 22 Febbraio del 2004, l’Observer ha pubblicato un rapporto “segreto”, commissionato da Andrew Marshall, influente consigliere di Rumsfeld, che sarebbe sfuggito al Pentagono, e che conclude: “Un improvviso sconvolgimento climatico porterà ad una catastrofe globale di monumentali proporzioni, che comprende una guerra nucleare e disastri naturali, portando intere nazioni a scomparire sotto il mare ed i pochi sopravvissuti a combattere per le scarseggianti risorse di cibo, acqua ed energia”.
ono molte le voci di protesta riguardanti questi folli e distruttivi progetti. Fra queste, la scienziata di fama mondiale Rosalie Bertell denuncia che «gli scienziati militari degli Stati Uniti stanno lavorando sui sistemi climatici come potenziale arma. I metodi includono l’accrescimento delle tempeste e la deviazione dei fiumi di vapore dell’atmosfera terrestre per produrre siccità o inondazioni mirate». Richard Williams, fisico e consulente dell’Università di Princeton, dice che «i test di surriscaldamento della ionosfera sono un atto irresponsabile di vandalismo globale […] H.A.A.R.P. potrebbe essere un serio pericolo per l’atmosfera terrestre. Con esperimenti di questo tipo, potrebbero essere fatti danni irreparabili in poco tempo».
Alcuni ricercatori già oggi sospettano dei collegamenti con i recenti sconvolgimenti climatici, terremoti, uragani, maremoti, diffuse siccità.
Anche la Russia, su questo progetto, ha detto al sua; il Parlamento Russo, la Duma, ha rilasciato nel 2002 il seguente comunicato, firmato da 188 deputati: “Sotto il programma H.A.A.R.P., gli Stati Uniti stanno creando nuove armi geofisiche integrali, che possono influenzare gli elementi naturali con onde radio ad alta frequenza. Il significato di questo salto è comparabile al passaggio dall’arma bianca alle armi da fuoco, o dalle armi convenzionali a quelle nucleari”. Alcuni scienziati temono che la ionosfera possa collassare per squilibrio elettrico, concludendo: “Possiamo davvero rischiare di manomettere qualcosa che ancora non comprendiamo del tutto, e che appartiene ad ogni forma di vita, non solo umana, su questo pianeta?”.
Nonostante ciò, la Russia stessa ha portato avanti alcuni progetti basati sulle scoperte di Tesla fin dagli anni Cinquanta, in parallelo alle sperimentazioni degli Stati Uniti, salvo poi rallentarli anche a causa del collasso economico.
Tirando le fila di tutto il discorso, c’è la seria possibilità che tali progetti e studi applicati di questo tipo possano risultare potenzialmente dannosi; che H.A.A.R.P. sia usato per eventuali fini bellico-militari, che possa provocare tsunami, uragani o terremoti, è comunque da sottolineare come le sperimentazioni complesse e di intervento attivo sull’atmosfera come questa possano effettivamente, in maniera imprevedibile e non voluta, provocare, su lungo raggio, disastri che potrebbero rivelarsi incontrollabili.
Volendo concludere riassumendo tutta la nostra analisi in poche parole, basta ricordare cosa affermò Bertolt Brecht, drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco tra i più grandi ed influenti del Novecento: “La scienza, al servizio del potere, crea solo danni all’intera Umanità“.
Qui troverete un filmato indipendente riassuntivo di ciò che abbiamo riferito sopra: Video
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