Quando il lavoro uccide: il caso Niedringhaus e Gannon

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La famosa fotoreporter tedesca Anja Niedringhaus è stato uccisa venerdì 4 Aprile in Afghanistan, appena un giorno prima delle elezioni presidenziali. La sua collega canadese, Kathy Gannon, è rimasta gravemente ferita.
Niedringhaus e Gannon avevano lavorato insieme più volte in Afghanistan dal 2001 dopo l’ invasione guidata dagli Usa. Spesso si sono concentrate sul tema dell’impatto della guerra sui civili afgani, e integrati più volte con le forze di polizia afghane e militari, soffermandosi sulla determinazione del governo afghano a costruire le proprie forze militari, spesso mal equipaggiate, per affrontare la lotta contro i militanti.
Niedringhaus ha iniziato la sua carriera come fotoreporter freelance per un giornale locale nella sua città natale in Hoexter, Germania, all’età di 16 anni.
Gannon, una giornalista canadese con sede stabile a Islamabad, ha seguito tutte le vicende in Afghanistan e in Pakistan dalla metà degli anni 1980 ad oggi.
L’attacco è avvenuto venerdì all’interno di un compound altamente sorvegliato, nel quartiere orientale della provincia di Khost, secondo quanto riferito dal portavoce della polizia Mohammad Zadran Mobarez.
Un uomo vestito con un uniforme della polizia ha aperto il fuoco contro le due giornaliste sedute nella parte posteriore di una macchina. L’autore del reato è stato arrestato ed è attualmente sotto interrogatorio.
L’auto in cui sono state trovate le due donne che viaggiavano, apparteneva ad un convoglio di lavoratori che fornivano le schede elettorali ai seggi elettorali.
Secondo sua stessa ammissione l’assassino ha voluto vendicarsi di un attacco, da parte delle forze internazionali, effettuato un anno fa nel quartiere Ghorband in Parwan, città dell’omicida.
Secondo il vice governatore non è stato un atto isolato di vendetta e di orrore, ma dietro l’attacco vi è anche la rete estremista Haqqani. images (1)
Arifullah, l’interprete afgano che era insieme alle due giornaliste, ha affermato di conoscere le due donne molto bene e che le aveva messe a conoscenza della situazione di sicurezza precaria che vige nel paese.
Volevamo visitare il distretto di Tanai oggi per fotografare i preparativi per le elezioni. Quando abbiamo raggiunto la base della polizia, sono uscito dalla macchina e ho sentito ad un tratto dei colpi di pistola. Quando mi sono voltato, ho visto che erano ricoperte di sangue.” Questo è ciò che ha raccontato Arifullah. L’interprete le aveva accompagnate in altre province pericolose: in Helmand e Paktia.
Il giornalista afghano di fama internazionale e fondatore dell’associazione giornalistica più antica de paese, Fahim Dashty, ha affermato che il lavoro svolto dai giornalisti in Afghanistan è stato sempre pericoloso, soprattutto perché manca una protezione adeguata. “So di essere un bersaglio facile, quindi devono essere costantemente in guardia. Più ci avviciniamo al giorno delle elezioni, più pericoloso diventa per i giornalisti.”
Dall’inizio del 2014, tre afghani e due giornalisti stranieri sono stati uccisi.
Jan Kubis, capo della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA), ha condannato l’assalto.
images (3)Sono indignato per questo attacco. Le due giornaliste stavano facendo loro lavoro, informando il mondo riguardo a ciò che sta succedendo nel paese, mostrando come i cittadini afgani esercitino finalmente il proprio diritto di costruire un futuro migliore per se stessi, i loro figli e il paese.”
Il capo della missione di UNAMA ha aggiunto che le due giornaliste erano entrambe molto rispettate e ben conosciute per la loro professionalità, l’amore e l’apprezzamento per il popolo afghano e la dedizione al racconto di questo paese.
A Washington, il portavoce del Pentagono il colonnello Steve Warren ha condannato “questo insensato atto di violenza nei confronti di due professionisti coraggiosi.”

Anthea Favoriti

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