L’11 febbraio del 2013 l’annuncio choc di Papa Benedetto XVI.
Esattamente un anno fa il mondo subì uno choc: l’allora Benedetto XVI annunciò le “dimissioni” da Papa. Non era mai accaduto nella storia della Chiesa che il rappresentante di Dio in terra abbandonasse il suo mandato con un gesto così clamoroso e dirompente, quasi rivoluzionario.
Troppe le delusioni e i dolori per una serie di scandali (pedofilia, Ior) che avevano minato la sua salute e il suo equilibrio psicofisico. Josef Ratzinger aveva maturato la decisione da tempo, almeno dalla metà del 2012. Era solo questione di tempi e modi per l’incredibile annuncio.
La mattina dell’11 febbraio 2013, l’agenzia stampa Ansa fece lo storico scoop: annunciò per prima l’incredibile notizia. L’ultimo film di Nanni Moretti, “Habemus Papam” (2011) era stato profetico. La pellicola del regista aveva infatti raccontato la drammatica vicenda personale e umana di un Papa che, eletto, rinunciava perché consapevole di non essere in grado di ricoprire il gravoso ruolo. A distanza di un anno com’è cambiata la vita del filosofo e intellettuale Josef Ratzinger?
Ne parla Padre Federico Lombardi, dal 2006 direttore della Sala Stampa della Santa Sede.
Tra gli elementi della vita odierna del Papa Emerito nel convento Mater Ecclesiae che lo ospita in Vaticano “c’è il rapporto con il suo successore: il rapporto con Papa Francesco che, come sappiamo, ha dei momenti anche di incontro personale, di dialogo… uno è andato a casa dell’altro e viceversa. E poi ci sono le altre forme di contatto che possono essere il telefono o i messaggi che vengono mandati: una situazione di rapporto del tutto normale, direi, e di solidarietà”. Lo afferma il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, intervistato dalla Radio Vaticana in occasione del primo anniversario dell’annuncio della rinuncia di Benedetto XVI. “Mi pare – confida Lombardi – che sia molto bello per noi, quando abbiamo quelle rare immagini dei due Papi insieme, il Papa attuale e il Papa emerito: è un segno molto bello e incoraggiante, della continuità del ministero petrino nel servizio della Chiesa”.
Per il resto, “il Papa Emerito vive in un modo discreto, senza una dimensione pubblica; ma questo non vuol dire che viva isolato, chiuso come in una clausura stretta”. Joseph Ratzinger, informa infatti il portavoce vaticano, “svolge un’attività normale per una persona anziana religiosa: quindi una vita di preghiera, di riflessione, di lettura, di scrittura nel senso che risponde alla corrispondenza che riceve; di colloqui, di incontri con persone che gli sono vicine, che incontra volentieri, con cui ritiene utile avere un dialogo, che gli chiedono consiglio o vicinanza spirituale”. “La vita – dunque – di una persona ricca spiritualmente, di grande esperienza, in un rapporto discreto con gli altri”. “Quello che non c’è – precisa padre Lombardi – è la dimensione pubblica a cui eravamo abituati, essendo il Papa, e quindi era sempre sui teleschermi, davanti all’attenzione di tutto il mondo: questo non c’è; ma per il resto, è una vita normale di rapporti”.
Personalmente, confessa infine padre Lombardi, “sento molto la presenza di Papa Benedetto XVI, come una presenza spirituale forte che accompagna, che rasserena: penso alle grandi figure degli anziani della Storia della Chiesa e della Storia sacra; in particolare, per esempio, a Simeone, che accoglie nel Tempio Gesù e che guarda con gioia anche al suo destino eterno e anche al futuro della comunità che continua a camminare su questa terra”. “Tutti noi – aggiunge – sappiamo il grandissimo valore di avere con noi gli anziani, anziani ricchi di saggezza, ricchi di fede, sereni: sono veramente un grandissimo aiuto per chi è più giovane, per andare avanti guardando con fiducia e con speranza al futuro. Questo è per me, e credo per la Chiesa, Benedetto XVI: il Grande Anziano, saggio, diciamo pure: santo, che ci invita con serenità – perché è anche bello, quando lo si vede: da’ veramente un’impressione di grande serenità spirituale.
Ha conservato il suo sorriso che ci era abituale, nei momenti belli in cui lo incontravamo, e che ci invita quindi ad andare avanti nel cammino, con fiducia e con speranza”. Nell’intervista, padre Lombardi torna infine a definire la rinuncia di Benedetto XVI come “un atto di governo”, e sottolinea “la chiarezza con cui Benedetto XVI si era preparato a questo gesto”. Ed anche, conclude, “la fede che gli ha dato la serenità e la forza necessaria per attuarla, andando con coraggio e con serenità, con una visione veramente di fede e di attesa del Signore che accompagna continuamente la sua Chiesa, incontro a questa situazione nuova che egli ha vissuto in prima persona, per diverse settimane, e poi la Chiesa ha vissuto con l’avvicendamento e l’elezione del nuovo Papa, come tutti sappiamo”.
Alessandro Ceccarelli