Titolo: Assassin’s Creed III
Data di uscita: 22 novembre 2012
Genere: Azione-Avventura
Piattaforme:
Team di sviluppo: Ubisoft
Modalità: Singleplayer Multiplayer
Distribuito: Ubisoft
Il Trailer
Informazioni generali
Terzo capitolo della apprezzata saga di Assassin’s Creed, Assassin’s Creed 3 finalmente aggiunge un numero dopo il titolo, contando la presenza di due spin-off dedicati all’italianissimo Ezio Auditore.
In questo titolo c’è stato un cambio radicale di continente e soprattutto di protagonista, vestiremo i panni di Ratonhnhaké: ton, un aitante mezzosangue a cui questa volta toccherà dare briga ai Templari.
Essendo un fan della saga, mi sono dovuto impegnare a guardare il gioco da un punto di vista più ampio, ma non preoccupatevi, chi come me gradisce questa epopea, troverà nella recensione impressioni molto chiare da un punto di vista più ”di parte”, se è lecito chiamarlo così. Esprimendo questo non voglio dire che sacrificherò la mia obbiettività, ma solo che terrò conto anche dei capitoli precedenti in maniera più marcata, nei limiti del buonsenso ovviamente.
Trama
Prima di andare ad esplicare e valutare la trama vi faccio una premessa, la mia analisi conterrà diversi spoiler delle trame precedenti, quindi se non avete giocato i precedenti titoli e non volete rovinarvi la sorpresa, saltate a piè pari questa sezione.
La trama riprende gli ultimi eventi svoltisi in AC Revelations: Desmond, suo padre, Shaun e Rebecca si recano in uno dei siti dei Precursori, per risolvere il secolare mistero che li avvolge. La fine del mondo prevista per il 21.12.2012 (vi ricorda qualcosa?) è vicina e gli Assassini sono braccati dalla Abstergo, che cerca in ogni modo di fermarli. Entrati in questo sito misterioso, del quale li aveva informati Giove, e attivata la porta grazie ad una Mela dell’Eden, Desmond sviene e viene inserito nell’Animus.
Da qui inizierà un lungo prologo che vi vedrà alla guida di un certo Haytham Kenway, di primo acchito vi parrà un influente ed abile membro degli Assassini, ma alla fine del prologo ci sarà un colpo di scena apprezzabile e piuttosto sorprendente, che ovviamente non vi preannuncio. Terminato lo spaesamento dovuto al cambio di protagonista, ci ritroveremo nei panni di Rathonakè:ton, un membro della tribù Kanien’kehá: ka e che farà il suo incontro con i Templari fin da bambino. Verrà iniziato al credo da Achille, un simpatico vecchio che accetterà di fargli da mentore e che lo soprannominerà Connor (fortunatamente poichè Rathonakè:ton assomiglia al nome di uno di quei mobiletti dell’Ikea).
Cresciuto diverrà un abilissimo guerriero e porterà avanti la guerra contro i Templari sullo sfondo della Guerra d’Indipendenza Americana, incontrando personaggi come George Washington e il Marchese de la Fayette.
Tutto questo è stato scritto molto bene dagli autori di Ubisoft, grazie ad una accuratezza storica degna di nota e ad un incastro delle vicende del nostro Connor all’interno di fatti realmente accaduti, vi capiterà di vivere battaglie storiche come quella di Lexington o Chesapeake, senza che però venga stravolto il reale corso degli eventi.
Sicuramente questa impresa è stata molto complicata, poichè nelle vicende del nostro assassino s’immergono personaggi celeberrimi e che spesso sono nostri bersagli e la caduta in incongruenze storiche è dietro l’angolo.
Di apprezzabile, oltre al prologo che offre una gradevole variante sul tema, ci sono le informazioni che il nostro caro Shaun ci invia sull’Animus sugli eventi che stiamo vivendo, luoghi che visitiamo o personaggi in cui ci imbattiamo, il tutto condito con un’apprezzabilissima vena ironica e una faziosità, che ci dimostra il suo attaccamento alla madrepatria Inghilterra. Queste informazioni ci mostrano la cura storica con la quale i ragazzi di Ubisoft hanno realizzato il titolo, ma soprattutto vanno a giustificare qualche incongruenza inevitabile con spiegazioni abbastanza credibili.
Purtroppo non è tutto oro quel che luccica e la scrittura della storia presta il fianco a numerose ed importanti critiche.
Le prime sono dirette alla parte di trama Dedicata a Desmond Miles, quest’ultimo infatti è troppo trascurato, a lui sono dedicati solo pochi e banali livelli, mentre i suoi colloqui con Giunone, che teoricamente avrebbero dovuto dare delucidazioni sulle vicende passate, fanno sorgere più domande che risposte, pur dando alcune risposte. Fatto ancora più sconcertante è la brutalità con la quale la Ubisoft liquida le vicende di Connor e dello stesso Desmond, sembra quasi che abbia fretta di concludere, e le battute conclusive soffrono di una eccessiva frettolosità, enfatizzata da un finale a dir poco deludente e con il solito cliffhanger a cui ci ha abituato la serie Assassin’s Creed.
Non aspettatevi quindi lacrime di commozione o sguardi inebetiti sui titoli di coda ripensando alle vicende appena concluse, nè a uno scontro epico contro il capo dei Templari, tutto si concluderà molto, troppo in fretta, il che è in contrapposizione ad una parte iniziale forse un po’ troppo lunga.
In quanto a carisma e personalità, i personaggi sono molto inferiori rispetto ai protagonisti dei precedenti capitoli.
Primo tra tutti proprio Connor, dalla personalità piuttosto scialba e che non ha nulla a che vedere con il nostrano Ezio Auditore. Certo un po’ di campanilismo influirà pure, ma è un dato di fatto che non vi affezionerete al protagonista come è accaduto con Ezio o anche con lo stesso Altair. Probabile anche che Haytham Kenway farà breccia nei vostri cuori più di Connor stesso e questo sicuramente non è un punto a favore del protagonista, essendo il primo giocabile solo per un buon 15% del gioco.
Gameplay
Eccoci quindi giunti ad analizzare il gameplay, come ben saprete se seguite la saga dagli esordi, il gameplay di Assassin’s Creed non è quasi più cambiato dal primo ed acerbo titolo, Assassin’s Creed III non fa eccezione. Bisogna però dire che le novità ci sono ed alcune sono anche apprezzabili, partiamo da queste.
La più eclatante e quella più sbandierata riguarda l’introduzione di battaglie navali, ebbene sì, il nostro Connor è anche un lupo di mare e timonerà la più temibile nave della flotta degli Assassini: L’Aquila, ulteriormente potenziabile attingendo dai fondi del credo con palle di cannone e rinforzi sia strutturali che militari.
Queste battaglie rappresentano senza dubbio la novità più apprezzabile del titolo e appaiono godibili dall’inizio alla fine e, grazie a missioni principali dedicate, saranno una parte fondamentale del gameplay e non relegate solo alle quest secondarie. Altra innovazione non da poco è la possibilità di cacciare i diversi animali presenti nelle varie riserve di caccia nella Frontiera. Connor avrà la possibilità di piazzare trappole e ispezionare indizi tutto in funzione dell’uccisione e dello scuoiamento, della preda.
Una volta fatto questo si potranno vendere le spoglie di caccia, oppure completare diverse sottoquest ad essa dedicata. Si tratta di un aggiunta piacevole anche se pur sempre trascurabile, inoltre l’aggiunta di cacciagione ha portato all’inserimento di quick time events che compariranno durante l’attacco di una qualsivoglia fiera, inutile dire che risulteranno alla lunga molto tediosi specialmente se quello che vi sta attaccando è un folto branco di lupi.
Sono stati introdotti giochi da tavola come Tris e Fanorona, ma a meno che non siate dei feticisti dell’azzardo, li abbandonerete dopo poche partite, guadagnare denaro giocando non è facile e soprattutto è sconsigliabile, viste le numerose altre attività di cui disponiamo.
In AC 3 avremo da gestire una immensa tenuta che mano mano si amplierà quando inviteremo altra gente a vivere da noi completando missioni apposite, mentre sarà possibile ampliarla ulteriormente aiutando i coloni in diverse faccende, alcune di queste missioni, però, si riveleranno veramente frustranti e noiose.
Legato alla tenuta di Davenport è il sistema di crafting e commercio. In AC 3 non sarà più possibile restaurare edifici o investire in attività commerciali, bensì i nostri introiti potranno essere aumentati dalla creazione di diversi oggetti, grazie a progetti reperiti negli scrigni sparsi per il mondo di gioco, e dal commercio di questi. Gli abitanti della tenuta differiranno per professione e quindi potranno creare oggetti diversi e aiutandoli potremo ampliare la gamma di materiali per realizzarli.
Personalmente ho usato pochissimo questo sistema, per ricavare abbastanza denaro ci vuole troppo impegno e dedizione, l’intento della Ubisoft era di dare più profondità al titolo e come si vede giocando ha puntato anche molto su di esso, vista la miriade di oggetti reperibili.
Purtroppo questo sistema stride all’interno di un action game come Assassin’s Creed, mentre in Revelations il crafting delle bombe era funzionale in battaglia, ci sono modi per guadagnare di più e più velocemente senza imbarcarsi in un sistema piuttosto macchinoso e difficile da padroneggiare a breve termine.
Non dico che il sistema sia totalmente da buttare ma solo di scarsa utilità e di cui si avrebbe fatto volentieri a meno, a patto che la Ubisoft si fosse concentrata su altri aspetti del gameplay che hanno bisogno di una limatina.
Come negli altri titoli è presente la raccolta di collezionabili che vanno da gingilli che sbloccheranno le missioni del Capitano Kidd a delle piume e insieme con la liberazione dei forti templari e dei distretti di Boston e New York, ci danno parecchio da fare mentre non si segue la storia principale (forse anche troppo). Saranno presenti i soliti adepti da inviare in missione, ma questa volta non sarà possibile gestirli nell’inventario e nell’armamento.
La parte più tragica del gameplay di Assassin’s Creed III è quella legata ai combattimenti e all’IA nemica, purtroppo è sempre la solita storia, i nemici attaccheranno in sequenza, senza far valere la superiorità numerica a volte schiacciante e anche se i moschetti hanno avuto un impiego piuttosto brutale nei confronti del nostro Assassino, non alzeranno l’asticella del livello di sfida che è sempre piuttosto basso.
Se poi aggiungiamo la salute che si autorigenera e non viene ripristinata più da pozioni, abbiamo come risultato delle fasi di combattimento piuttosto piatte e facilotte che annoieranno presto, sarà possibile sbarazzarsi di reggimenti nemici facilmente e rapidamente.
Anche per questo l’acquisto di armi o equipaggiamento come spade o proiettili è totalmente inutile, troveremo i secondi addosso ai cadaveri, mentre le armi non influiranno minimamente nel massacro delle giubbe rosse e affini.
Non sarà possibile acquistare un’armatura per il protagonista mentre sarà possibile tingere il vestito (ora mi dovete spiegare perchè, se mi tingo l’abito di blu, questo non compare colorato durante le cutscene).
Spendo poche parole sugli obbiettivi presenti nelle missioni principali: come in Revelations sarà possibile sincronizzare al 100% i frammenti di memoria degli antenati di Desmond solo completando diverse sfide che ci appariranno in sovrimpressione, legate allo stealth (chiamare la furtività di Assassin’s Creed stealth è un complimento) o a particolari altre azioni.
Potranno apparire come un incentivo a rigiocare le sequenza, ma non influiscono molto su quello che lo svolgimento della quest.
Ritornano con grande giubilo dei fan le fasi prettamente platform, come le Tombe di Romolo in Brotherhood, questa volta alla ricerca del ”mitico” tesoro del Capitano Kidd (rimarrete piuttosto delusi date retta a me).
Forse sono tra i livelli più divertenti, ma rimangono inferiori a quelli dei capitoli precedenti, meno affascinanti e troppo facili e corti, le Tombe degli Assassini di Assassin’s Creed II rimangono tutt’ora imbattute. Per ultimo parliamo della corsa acrobatica, Connor sarà capace di arrampicarsi e correre sugli alberi delle vaste foreste americane con agilità e fluidità.
La corsa acrobatica è stata snellita ed ora è necessario solo un tasto per controllarla, in questo modo il personaggio sarà gestibile più fluidamente. Buona la longevità, ho completato il gioco circa al 90% spendendoci più di 25 ore.
Tecnica
Dal punto di vista tecnico Assassin’s Creed 3 è senz’altro valido e sfoggia l’AnvilNext, nuovo motore grafico proprietario in grado di rendere perfettamente variazioni climatiche e di aumentare il numero di personaggi a schermo, oltre ad avere un sistema di motion capture più avanzato e che restituisce ottime animazioni dei personaggi.
C’è da dire che effettivamente le animazioni del protagonista sono veramente ben fatte e hanno ben pochi rivali, inoltre le animazioni facciali dei personaggi principali sono realizzate magistralmente e restituiscono alla perfezione i diversi stati d’animo.
Le texture sono ottime, tranne per alcune che da molto vicino appaiono in bassa risoluzione, sto parlando di alcune texture del terreno o degli edifici, ma nulla di compromettente. Anche per quanto riguarda la fluidità il motore si comporta molto bene, ho giocato a settaggi massimi con un Intel Core 2500k, una nVidia GTX 670 e 8 GB di ram e non ho mai sofferto di cali di frame in nessuna delle due città: Boston, New York, stesso risultato nella Frontiera.
L’effetto della neve è molto convincente, come quello della pioggia, forse però si poteva rendere meglio l’effetto bagnato dei tessuti. Anche se i designer si sono dati da fare nella realizzazione delle città di Boston e New York, l’architettura coloniale non ha nulla a che vedere con quella rinascimentale nella quale ”sguazzava” Ezio e quindi da un punto di vista estetico l’ambientazione è meno affascinante in questo Assassin’s Creed.
Anche nell’AnvilNext ci sono dei difetti, purtroppo come nei precedenti motori grafici che muovevano i predecessori, l’AnvilNext è piuttosto instabile.
Innanzitutto il difetto che da più fastidio è quello legato alla scomparsa improvvisa di alcuni personaggi a schermo, seguono a ruota diverse interpolazioni poligonali e glitch delle animazioni. Come da tradizione è sempre presente il ragdoll dei nemici, vi capiterà spesso di vedere nemici schizzare via in modo anomalo dopo essere stati uccisi e contorcersi come un pitone.
Pur se piagato da diversi difetti grafici il motore di gioco è ottimo e molto bello da vedere.
Sonoro
Sul sonoro del titolo non c’è molto da dire. Le musiche sono buone e fungono da accompagnamento gradito alle missioni pur non risultando eccellenti. Proprio queste però vanno spesso a coprire le voci dei personaggi parlanti rendendo incomprensibili alcune frasi, questo si verifica soprattutto nelle missioni secondarie. Altri piccoli difettucci riguardano l’asincronia di suoni soprattutto ambientali oppure l’assenza totale di sonoro in alcuni spezzoni.
Il doppiaggio italiano è ben realizzato anche se con alcune cadute (chi ha trovato odiosa la voce del Marchese de la Fayette alzi la mano).
Multiplayer
Assassin’s Creed III, come Brotherhood e Revelations, gode di una modalità multiplayer. Lo scopo del gioco è uccidere gli avversari (sorprendente vero?), ma farlo il più furtivamente possibile, in modo da incrementare il nostro punteggio.
Non mancano le solite varianti sullo stile di cattura la bandiera, oppure Ricercato, nel quale in un turno devi nasconderti dagli avversari, mentre in un altro devi cacciarli. Si potrà scegliere tra una pletora di personaggi, che però hanno come differenza solo quella estetica. Quest’ultima può essere modificata acquistando diversi pacchetti con costumi o armi (anch’esse puramente estetiche) con dei punti che si guadagneranno dopo ogni partita.
E’ presente anche una valuta che si incrementa con soldi reali, questa monetizzazione del multiplayer è alquanto spiacevole e va a sbilanciare un multiplayer che già bilanciatissimo non è. Fonte di cotanta frustrazione sono proprio i diversi set di abilità di cui un giocatore gode, anch’essi sono sbloccabili con valuta vera o soldi di gioco, però alcuni sono veramente indispensabili se si vuole guadagnare un punteggio decente.
Ad esempio l’abilità Bomba Fumogena (sbloccabile oltre il livello 20) è estremamente utile durante una partita e chi, come me ad esempio, non la possedeva, si trovava in condizioni molto svantaggiose. Stesso discorso per il veleno, che permette di fare punteggi esorbitanti con una singola uccisione.
Queste abilità possono essere utilizzate ogni 60 secondi senza un limite, se non di frequenza.
In soldoni il multiplayer di AC 3 non si discosta molto da quello degli altri titoli degli Assassini, una semplice feature, divertente quanto basta per un po’ di tempo, ma che stufa appena si stanno per raggiungere i set di abilità più letali, a causa di uno sbilanciamento piuttosto evidente, enfatizzato anche dalla presenza di valuta reale. Essendo questo un elemento abbastanza di contorno non peserà eccessivamente sulla valutazione finale, sicuramente però Ubisoft non è riuscita a rendere bene delle meccaniche che paiono piuttosto interessanti se rivisitate per bene.
Commento
Valutare Assassin’s Creed III non è impresa facile. Da una parte abbiamo un gioco estremamente vario e divertente, con tantissime cose da fare e da scoprire, mentre dall’altro una mezza delusione per i fan della saga, che oltre ad aspettarsi delle rivelazioni, si aspettavano un miglior trattamento di Desmond Miles, reale protagonista.
Un finale col piede pigiato sull’acceleratore va ad intaccare profondamente l’esperienza di Assassin’s Creed, che fa flop clamorosamente nella parte più critica. Tuttavia il gioco è curato e appagante nonostante sembri puntare più sulla quantità che sulla qualità, buttando tutto ciò che si può nell’enorme calderone che è l’esperienza di gioco.
Qualche novità superflua o non riuscita c’è, i vecchi difetti permangono, ma nel complesso il gameplay rimane godibile e solido coronato da un motore grafico d’effetto.
I fan della saga rimarranno un po’ delusi se lo compareranno ai fasti italiani, riuscendo comunque a giocarlo fino alla fine. Se vi ritrovate nel gruppo che ho appena citato, potete allora considerare la valutazione finale ribassata di mezzo punto.
Gaming & Oc