Situazione Ucraina – Facciamo un passo indietro per capire come, in Ucraina siamo arrivati alla rivolta popolare.
Gli scontri in Ucraina sono iniziati il 24 novembre 2013 quando il Governo del paese, con a capo il suo leader Yanukovich, si è rifiutato di firmare l’accordo con l’Unione Europea; accordo che avrebbe definitivamente allontanato il paese dall’influenza della Russia avvicinandolo all’Europa e agli Stati Uniti.
In quella giornata, più di 100 mila persone si sono riversate nella piazza centrale di Kiew per protestare contro il governo e la sua decisione.
Successivamente, il 17 dicembre, il peggioramento quando, Yanukovich, ha firmato un accordo con Putin che prevedeva una cooperazione economica tra i due paesi in cambio, da parte della Russia, di 15 miliardi di dollari in aiuti finanziari e uno sconto sulla vendita del gas. Da quel momento la situazione è andata precipitando; tantissimi gli scontri e le violenze in tutta l’Ucraina che protestava contro il suo governo, fino alla giornata del 20 febbraio che porta un bilancio di 100 morti nel paese a causa dei forti scontri.
Ieri sera a Kiew, finalmente la svolta. E’ stato firmato in serata l’accordo tra il presidente ucraino Viktor Yanukovich e i rappresentanti delle opposizioni per mettere fine alle sanguinose violenze nel paese.
L’accordo prevede elezioni anticipate nei prossimi mesi, da subito un governo di unità nazionale e una riforma della costituzione del 2004.
Il parlamento ucraino ha anche votato ottenendo il rilascio del ministro Yulia Timoshenko, detenuta nelle carceri ucraine dall’agosto del 2011 e per la quale il popolo ucraino reclamata la liberazione a gran voce.
La Timoshenko, è stata rilasciata nella mattinata di oggi dopo più di due anni di carcere.
Subito dopo l’accordo, i leader dell’opposizione ucraina si sono recati a Maidàn, la piazza simbolo della rivolta ucraina, per informarne il popolo che attendeva e che, una volta informati dell’accordo, hanno accolto con fischi e urla la notizia. Il popolo chiede dimissioni immediate del capo del governo Yanukovich e i capi della destra nazionalista hanno detto che i loro uomini non lasceranno le barricate e non deporranno le armi fino a quando Yanukovich non si dimetterà.
Ma vediamo i punti salienti dell’accordo:
- Entro 48 ore dalla firma dell’accordo, dovrà essere approvata e promulgata una legge per restaurare la costituzione del 2004 e entro 10 giorni, dovrà essere formato un governo di coalizione e unità nazionale.
- Dovrà essere avviata immediatamente e ultimata entro settembre 2014 una riforma costituzionale per riequilibrare i poteri del presidente, del governo e del parlamento.
- Appena approvata la nuova costituzione si dovrà andare ad elezioni e, comunque, non oltre dicembre 2014
- Dovranno essere effettuate indagini sugli atti di violenza che si sono verificati con una cooperazione congiunta tra autorità, opposizione e Consiglio d’Europa
- Entrambe le parti si impegneno a ristabilire una situazione di normalità all’interno delle città del paese e a cessare le violenze. Tutte le armi illegali saranno consegnate entro 24 ore dalla firma di cui al punto 1
- Tutti i ministri degli esteri di Francia, Germania, Polonia, e il rappresentante speciale del presidente della Federazione russa, chiedono la cessazione immediata di tutti gli scontri.
Intanto, da Leopoli, nell’Ovest del paese, decine di poliziotti sono partiti per Kiev per difendere i manifestanti e il vicecapo di Stato maggiore dell’Esercito, il generale Yuri Dumanski si è dimesso perché il governo voleva utilizzare l’esercito per reprimere le proteste.
Sabrina Stoppa