Il Congresso della Spagna ha respinto la proposta di referendum sull’indipendenza della Catalogna.
La votazione, in fase di stallo tra Madrid e la regione nord-orientale, minaccia di diventare una grave crisi politica.
Il governo catalano ha già in programma un referendum per il 9 novembre.
Il risultato schiacciante è stato ampiamente anticipato, con 299 voti contrari e solo 47 a favore e un’astensione.
Il governo conservatore del Partito Popolare spagnolo (PP) ha votato contro la proposta, insieme con l’opposizione principale del partito socialista e di alcuni partiti minori. La Sinistra Unita, i gruppi pro-indipendentisti e i nazionalisti galiziani e baschi hanno appoggiato la mozione.
Il governo spagnolo ha affermato che il referendum per l’indipendenza catalana è impossibile perché violerebbe la Costituzione.
Ma nel dibattito congressuale il primo ministro Mariano Rajoy si è basato anche su altri, e meno legali, argomenti.
“Io difendo la Catalogna perché non posso immaginare la Spagna senza la Catalogna e la Catalogna fuori della Spagna.
E’ una questione di emozione, di sentimento, di storia condivisa.”
Rajoy ha sorpreso i suoi ascoltatori parlando in lingua catalana, ed ha insistito sul fatto che la cultura della regione non è stata mai repressa da Madrid, come sostengono invece i nazionalisti.
Ma i nazionalisti hanno promesso di portare avanti l’idea di un referendum sull’indipendenza, nonostante il voto contrario.
“La volontà della Catalogna non può essere fermata da un voto del Congresso.”
Con una popolazione di oltre 7 milioni, la Catalogna ha la più grande economia regionale della Spagna.
Mentre i nazionalisti vedono l’indipendenza solo come un obiettivo storico di lunga data, la recente crisi economica ha reso tesi i rapporti tra la regione e il resto del paese.
I catalani non hanno escluso una dichiarazione unilaterale di indipendenza, nel caso in cui non ci siano altre alternative. I giudici spagnoli e il Congresso ritengono che il referendum catalano sia illegale, il leader della regione deve decidere se procedere con il referendum a novembre come previsto, senza la benedizione dello Stato, o di riconsiderare la mozione.
Fernando Vallespin, sociologo presso l’Università Autonoma di Madrid, ha affermato che l’unico modo per disinnescare la tensione politica potrebbe essere quello di perseguire il piano di un nuovo insediamento federale. Un processo di piena indipendenza sarebbe profondamente traumatico e difficile per entrambe le parti.
Anthea Favoriti