“New Haven è una città, e tutte le città hanno i loro pericoli. Ma con un pò di attenzione e scaltrezza si può evitare di entrare a far parte delle statistiche sui crimini.”
Annie Marie Le
Il 4 Dicembre 1998, Suzanne Nahuela Jovin, ragazza di origine tedesca, brillante studentessa di scienze politiche, è uccisa con 17 pugnalate alla testa ed al collo nel New Heaven, elegante quartiere poco distante dal prestigiosissimo ateneo di “Yale” [1].
E’ un omicidio, quello di Suzanne, brutale ed in una location insolita, che riaffiora alla mente quando, l’8 Settembre 2009, a morire è un’altra studentessa, Annie Marie Le, assassinata nonostante ben 75 videocamere sorveglino l’edificio, accessibile solo con un badge elettronico dell’Università [2] perché, è bene ricordarlo, ci troviamo nell’ateneo della “Ivy League”.
Sebbene il Giornalista italiano Roberto Saviano affermi che “non esiste nessun potere occulto che ti schiaccia, nessuna Spectre laureata nelle migliori università” [3], al mondo sono pochi gli atenei che possono vantare di aver avuto tra i loro banchi un futuro Presidente degli Stati Uniti d’America, “Yale”, o Ivy League, è uno di questi.
Per l’esattezza, è l’unica Università al Mondo ad aver avuto, tra i propri laureati, ben 5 ex Presidenti tra cui George H. W. Bush, Bill Clinton e George W. Bush; in pratica, dal 1989 al 2008, gli Stati Uniti hanno avuto esclusivamente Presidenti laureti a “Yale” [4].
L’unica eccezione, negli ultimi 25 anni, è rappresentata da Barack Obama, la cui Amministrazione vede, però, tra le sue fila, nel ruolo di Segretario di Stato, prima Hillary Diane Rodham Clinton (moglie di Bill Clinton) ed in seguito John Forbes Kerry, ambedue laureati, guarda caso, all’“Ivy League.
Lo scopo fondamentale di una società di questo genere, è quello di costituire un gruppo di coetanei, intergenerazionale, che si aiuti a vicenda. In generale, l’ideologia della confraternita è al di sopra sia della destra che della sinistra; la destra e la sinistra sono due elementi dialettici a cui si ritengono superiori. Sono un gruppo di gnostici dedicati, specificatamente, alla manovra politica, quindi destra e sinistra vengono utilizzate come etichette da queste persone, che ritengono di stare al di fuori di simili distinzioni [5].
“La cosa peggiore quando finalmente metti insieme le tessere di un puzzle è scoprire che ci sono dei pezzi mancanti.”
Dexter Morgan
Il 4 Dicembre 1998, a Suzanne manca solamente il capitolo finale di quella che sarebbe dovuta essere la sua tesi di laurea, il condizionale è d’obbligo perché a concludersi non sarà lo scritto ma la sua vita.
E’ proprio qui, dove finisce la storia di Suzanne, che inizia la nostra storia o meglio la storia di James Van de Velde, il docente di Scienze politiche relatore della tesi di laurea della Jovin, nonché principale ed unico sospettato del suo omicidio.
Sebbene Van de Velde si lamenti di essere stato linciato dal mainstream, il 4 Dicembre 1998 rappresenta, in relatà, l’inizio di una folgorante carriera.
Gentilmente estromesso da Yale nel Giugno del 1999, nel Novembre dello stesso anno, mentre le indagini per l’omicidio sono ancora in corso, inizia, come ci spiega il suo curriculumpubblico consultabile su linkedin, a lavorare per la “Defense Intelligence Agency” (“DIA”) con il doppio compito di analista per le “armi di distruzione di massa” (vedasi la lunga preparazione dell’attacco all’Iraq) e per la ricerca di presunte armi speciali da parte di Al-Quaeda, dirigendo, personalmente, una squadra di interrogatori a Guantánamo.
Dal 2004 al 2005, James Van de Velde è Assistente Speciale del Coordinatore dell’Antiterrorismo,“coordinando la produzione di tutti i prodotti scritti che entravano e uscivano dall’ufficio”.
Nel Gennaio del 2006, entra nell’azienda privata “Booz Allen Hamilton”, di proprietà del “Carlyle Group“ [6].
“Nulla nella vita deve essere temuto. Deve solo essere compreso.”
Madame Curie