Terribile appello del WWF: a rischio il futuro dell’Amazzonia, ma anche il nostro

Appello WWFOgni anno perdiamo oltre 1 milione e mezzo di ettari di Amazzonia. Senza la foresta, senza il respiro dei suoi alberi non sarebbe possibile la vita sulla Terra.
L’Amazzonia è il nostro polmone verde, tuttavia un’incessante deforestazione e il bracconaggio perpetrato ai danni delle specie che la popolano, minacciano la sopravvivenza stessa di questo prezioso ecosistema. Se non interveniamo ora, l’Amazzonia sparirà per sempre.

Le minacce:
Ogni anno scompaiono 1 milione e 600.000 ettari di foresta amazzonica. La deforestazionecrescente richiesta mondiale di soia, biocarburanti e carne, spinge gli agricoltori e gli allevatori a convertire le loro riserve forestali, prima in legname e poi in terreni agricoli e pascoli.
Alla deforestazione si aggiunge la piaga del bracconaggio che decima le popolazione di giaguari, pappagalli, scimmie e delle altre specie animali che vivono in Amazzonia.
Negli ultimi 30 anni, l’Amazzonia ha perso più di 520.000 km² di foresta: si tratta di un’area grande all’incirca come il Belgio. Dal 1990 la deforestazione si è attestata ad un tasso annuale di circa 27.000 km2.
Una volta deforestate con incendi e disboscamenti, questi territori vengono per lo più trasformati in pascoli bovini o in aree dedicate alla produzione di mangime. Attualmente, la distruzione delle foreste tropicali è responsabile di oltre il 20% delle emissioni umane di C02, il principale gas a effetto serra. Si tratta della terza maggior fonte di emissione dopo la combustione di carbone e petrolio.
Inoltre, la deforestazione dell’Amazzonia influenza in negativo anche il clima del nostro Pianeta: senza la foresta, senza le funzioni biologiche di infiniti miliardi di alberi e di piante che respirano, traspirano e immagazzinano carbonio, il clima del pianeta non sarebbe quello che conosciamo e di cui abbiamo bisogno per vivere. bracconaggio
Il bracconaggio resta una delle principali minacce alla sopravvivenza delle specie animali che vivono in Amazzonia. Nella foresta sono ancora tanti i bracconieri a caccia di giaguari, scimmie, tucani e pappagalli. Una volta uccise o catturate le loro prede, i bracconieri alimentano un fiorente commercio illegale di pellicce, di uccelli da gabbia e di animali da compagnia.

Specie a rischio:
L’Amazzonia ospita 3.000 specie di pesci, 1.300 di uccelli, 427 di mammiferi, 400 di anfibi, 378 di rettili e oltre 100.000 specie di invertebrati. Sono la vita del giaguaro, del delfino di fiume, del tucano, del pappagallo ara, della scimmia dorata e delle altre meravigliose specie che popolano questa preziosa foresta ad essere in pericolo. Siamo disposti a perdere tutto questo? giaguaroIl giaguaro era venerato quasi come una divinità dai popoli indigeni.
Con la progressiva distruzione della foresta e il bracconaggio, questa specie è stata decimata e confinata negli ultimi lembi di foresta: salvarlo significa tutelare l’equilibrio dell’intero ecosistema.
Un tempo il giaguaro era presente dal sud degli Stati Uniti fino al Rio Negro in Argentina, ma secondo le ultime stime, oggi il felino abita meno della metà di questo territorio, che per l’88% coincide con la regione amazzonica. Se questo grande predatore scompare è a rischio l’equilibrio dell’intero ecosistema dell’Amazzonia. 
Il giaguaro è il felino americano dal morso più potente, così forte da spezzare il carapace di una tartaruga. Caccia prede di grosse dimensioni, come i cervi, ma si nutre anche di rane, uccelli, scimmie, persino dell’anaconda. Raramente ha attaccato l’uomo. Il conflitto con gli esseri umani emerge in territori come il Pantanal, dove gli allevatori vedono da sempre l’animale come una minaccia per il bestiame.
Il WWF collabora con gli allevatori, fornendo recinzioni elettrificate per allontanare i predatori e, grazie allo sviluppo dell’ecoturismo, il giaguaro è diventato un’attrattiva per il territorio. pappagallo
Il pappagallo, il volatile parlante, è spesso stato protagonista di storie e leggende.
Ha un piumaggio colorato e appariscente, un’intelligenza fuori dal comune e sa ripetere le nostre parole.
Per queste sue qualità ha spesso destato l’interesse dei trafficanti di animali, che negli ultimi anni hanno alimentato un fiorente commercio illegale di pappagalli da gabbia. La sua vendita comporta spesso la falsificazione di documenti e il riciclaggio.
E non solo: molti pappagalli muoiono durante le operazioni di contrabbando, oppure diventano portatori di malattie esotiche perché ovviamente nel commercio illegale non viene rispettato il regime di quarantena cui sono sottoposti gli animali trasportati legalmente. A questo si aggiunge il processo di deforestazione che sta devastando l’Amazzonia, rappresentando quindi un pericolo anche per la sopravvivenza di questa specie.
Il WWF combatte da anni per la sopravvivenza di questi simpatici uccelli dai colori vivaci. Lottiamo contro il traffico illegale, cercando di controllare l’esportazione clandestina dei pappagalli e promuoviamo programmi di studio e monitoraggio, in cui controlliamo il comportamento dei pappagalli e il loro tasso riproduttivo. scimmietta
La scimmietta dorata prende questo nome dal suo lungo e soffice pelo dorato. Vivono in gruppi, trovando riparo nelle cavità dei tronchi d’albero e nelle zone delle foresta dove la vegetazione è più fitta.
Queste piccole scimmie sono spesso preda dei bracconieri che le vendono come animali da compagnia o come cavie da laboratorio. Inoltre, la continua deforestazione dell’Amazzonia, costituisce un’ulteriore minaccia alla sopravvivenza di questa specie, ormai decimata.
Il WWF si batte per la difesa delle scimmie dorate contrastando la deforestazione e organizzando sul campo squadre anti bracconaggio. tucano
Con il suo becco colorato e il suo piumaggio elegante, il tucano è diventato il simbolo delle foreste amazzoniche. Il grande becco di questo animale è utilizzato soprattutto per nutrirsi di frutta, ragni, insetti, lucertole, serpenti, nidi e uova di altri uccelli, ma anche per spaventare i predatori.
Il nome tucano deriva dalla parola brasiliana tucana, usata dalle popolazioni native del Sud America.
La parola trae ispirazione dal verso degli uccelli stessi, che ha un suono profondo, udibile anche a grandi distanze. Normalmente versatile e capace di adattarsi ai cambiamenti che avvengono nel suo habitat, il tucano è oggi invece gravemente minacciato dall’elevato tasso di deforestazione dell’Amazzonia.
Non solo, in alcune regioni dell’America Centrale e Meridionale il tucano è preda di cacciatori, che mimano il verso dell’uccello per avvicinarlo.
Alcuni degli esemplari catturati sono destinati al commercio di uccelli di gabbia, o addirittura esposti come trofei. delfinoNon tutti sanno che in Amazzonia i delfini preferiscono …l’acqua dolce.
La particolare colorazione rosa, che assume nella maturità, è dovuta alla presenza di diversi vasi sanguigni che traspaiono sotto la sua pelle. Oltre al colore, il delfino rosa è ben riconoscibile dal suo lungo becco tubolare ricoperto da corti peli rigidi.
Questi delfini popolano l’intero sistema fluviale del Rio delle Amazzoni e dell’Orinoco.
Conosciuto anche come boto (o inia), questo cetaceo è un instancabile nuotatore, ma la sua sopravvivenza è minacciata dalla costruzione delle dighe, che interrompono il naturale corso dei fiumi sudamericani. Il WWF è impegnato nella sua conservazione sia in Amazzonia che nei grandi fiumi asiatici.

Ambienti:
L’Amazzonia è la più grande foresta tropicale del pianeta. Senza quei 6,7 milioni di chilometri quadrati, senza il respiro dei suoi alberi, non sarebbe possibile la vita sulla Terra. Ma quando si parla di Amazzonia non si deve solo pensare alla foresta, ma anche a tutte le acque che la bagnano e periodicamente la inondano. Basti pensare che nel bacino amazzonico, confluisce il 20% dell’acqua dolce della Terra. Inoltre, l’Amazzonia svolge un ruolo cruciale per garantire la stabilità del climaforesta amazzonica globale, non solo perché intrappola il carbonio nella terra e nella vegetazione, ma anche per il suo ruolo nella circolazione dell’aria e dell’umidità.
La foresta Amazzonica occupa circa metà superficie dell’America Latina e si estende su nove paesi: Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Guyana francese, Perù, Suriname e Venezuela. Si tratta di 6,7 milioni di km2, ovvero una volta e mezzo la superficie dell’Unione Europea.
Nella foresta tropicale trovano spazio diversi tipi di vegetazione: savane, praterie, paludi, bambù, palmizi, foreste alluvionali, montane, aperte e di latifoglie. Il Rio delle Amazzoni nasce a 5.179 metri di quota sulle Ande peruviane ed è il fiume più lungo al mondo. Il suo corso finisce nell’Oceano Atlantico, dopo un cammino di 7.040 chilometri, di cui oltre 3 mila in Brasile, e durante il quale cambia nome 7 volte.
Tra gli oltre mille affluenti del Rio delle Amazzoni il più lungo è il Madeira, lungo 3.352 chilometri. Il Rio delle Amazzoni ha la maggiore portata media del mondo: riversa nel mare 170 mila metri cubi di acqua al secondo (170 milioni di litri), quantità che corrisponde a quella che il Tamigi trasporta in un anno intero. Le sue acque marroni sono visibili in mare aperto a 100 chilometri dalla terraferma. La sua temperatura è relativamente costante, sui 30°C.
L’Amazzonia è patria di diversi gruppi etnici, comunità rurali (“campesinos”) e comunità indigene che sono coinvolte nei progetti WWF di difesa dell’Amazzonia. Ogni gruppo è caratterizzato dalla sua visione del mondo, definita da miti sulle sue origini e sviluppata da tradizioni culturali che vengono ciclicamente riprodotte attraverso relazioni rituali con i suoi paesaggi naturali. Loro sono i Sionia, i Kichwa, i Cofan, gli Shuar, i Murui e i Secoya. Il WWF lavora per la salvaguardia dell’Amazzonia da oltre 40 anni!

Con il tuo contributo ci aiuterai a:
Proteggere il prezioso sistema fluviale della foresta, contrastando la costruzione di dighe che non rispettano criteri di sostenibilità; a combattere la deforestazione puntano all’ambizioso obiettivo di “zero deforestazione netta”. ad aumentare la superficie protetta e coinvolgendo in questa missione le comunità locali e le popolazioni indigene. Un sistema di protezione che abbracci tutta l’Amazzonia integrando i territori appartenenti alle comunità indigene con il sistema di aree protette riconosciuto istituzionalmente. Dona ora.

La fonte WWF

Francesco Giannetti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.