Il voto di scambio politico-elettore
Il senato ha approvato in quarta lettura il DDL sul voto di scambio politico-mafioso. La notizia è su tutti i giornali: il tanto discusso 416ter.
Eppure l’opinione pubblica, né i giornali, né i vari media parlano mai del voto di scambio tra l’elettore e il politico (protettore). Una pratica in auge un po in tutta la penisola italica, una pratica che condiziona il futuro di tante persone.
Il voto di scambio politico-elettore è figlio di mali come il nepotismo, il familismo, il clientelismo. Raccomandati, segnalati, preferiti, cugini, parenti, conoscenti “vanno avanti” mentre altri, in minoranza, rimangono indietro. Coloro che detengono il potere, soprattuto i politici, sono interessati a mantenere i loro posti di privilegio.
Come fanno? Attuando un vero e proprio ricatto sociale sugli individui che indifesi devono per forza di cosa rivolgersi a loro. Ogni individuo necessita per crearsi una vita essenzialmente di un posto di lavoro e di un ruolo sociale: queste due cose poi sotto molti punti di vista coincidono.
Allora i suddetti detentori del potere danno in cambio la loro protezione che si traduce in vari scambi di favori in ambito politico-elettorale.
Tutto ciò naturalmente a scapito della meritocrazia, della competenza, dell’eccellenza e di tanto altro.
Quindi tante persone per avere un posto di lavoro, per avanzare nella propria azienda, per avere un posto di lavoro migliore e per tante altre cose si rivolge al politico di turno o al potente di turno che molto spesso coincidono.
E grazie al posto di lavoro o al ruolo sociale che finalmente si è capaci di costruirsi una vita, farsi una famiglia, comprare una casa, uscire con gli amici e fare tanto altro che tutte le persone normalmente fanno nella loro esistenza.
Il voto di scambio tra il politico e l’elettore è come un cancro per il nostro paese, una malattia da estirpare, un male da debellare.
É in gioco la libertà e la democrazia di tanti cittadini vittime delle raccomandazioni, delle segnalazioni, dei favoritismi etc.
Il “vero sballo è dire no” come diceva uno spot di qualche tempo fa, dire no a coloro che “pretendono” il nostro voto in cambio di un lavoro a nero o sottopagato, in cambio di un avanzamento in azienda, in cambio di un futuro deciso da altri e non da noi stessi.
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